#SpazioTalk, Sonny Colbrelli (Bahrain-McLaren): “Priorità alle Classiche, potrei saltare i tre Grandi Giri. Ecco come cambierà la mia preparazione”
Sonny Colbrelli vede la luce in fondo al tunnel e ritorna a pedalare su strada in una settimana speciale. Domenica scorsa la moglie Adelina ha dato alla luce Tomaso, rendendo il portacolori della Bahrain-McLaren papà per la seconda volta a due anni di distanza dalla nascita di Vittoria, e meno di 24 ore più tardi – con l’avvio della Fase 2 dell’emergenza Coronavirus – il 29enne bresciano è potuto tornare ad allenarsi su strada a quasi due mesi di distanza dall’ultima volta. Ospite della settima puntata di #SpazioTalk, l’ex Bardiani-CSF si è soffermato sulla diramazione della seconda bozza di calendario da parte dell’UCI e sugli obiettivi personali. Se inizialmente aveva in programma di disputare le classiche in Belgio ed era stato inserito nella pre-selezione per il Giro d’Italia, la sovrapposizione di questi due eventi potrebbero orientarlo definitivamente verso la rinuncia alla Corsa Rosa, inserita in calendario dal 3 al 25 ottobre.
Un inizio di settimana che ti ha cambiato lo stato d’animo con la nascita di tuo figlio Tomaso e la possibilità di tornare ad allenarsi su strada
Sì, senz’altro. Il bambino è nato il giorno prima ed è stata una grande emozione. Il giorno dopo sono potuto finalmente risalire, dopo due mesi belli lunghi, sulla bici in strada e non più sui rulli.
L’emergenza Coronavirus ti ha colpito anche direttamente: come hai vissuto tutta questa situazione?
Mi sono quasi stupito di me stesso, perché sono stato abbastanza forte. L’epidemia ha colpito la mia famiglia, entrambi i miei genitori e mia nonna che ad 84 anni ha fatto un mese in ospedale. La maggior parte dei decessi ha riguardato persone anziane, mi ha stupito molto che lei ne sia venuta fuori. Inoltre c’è stata anche la gravidanza della mia donna a Brescia, che è stata una delle città più colpite dal virus. Non ero tanto tranquillo, fortunatamente sono riuscito a mantenere la testa libera e mi sono sempre allenato. Magari quando accadono certe cose ti prendi dei giorni di recupero, invece ogni giorno sono stato regolare e mi sono allenato. Diciamo che è andato tutto nel migliore dei modi.
Nel frattempo sei diventato un punto di riferimento per i colleghi sui rulli, uno strumento che tanto odiavi…
Da odiarli a passarci tre-quattro ore al giorno…Ormai avevo preso la mia routine giornaliera ed era sempre quella, forse ci sono stati due-tre giorni soltanto in cui sono salito e dopo dieci minuti sono sceso. Devo dire che mi è passato il tempo.
Che idea ti sei fatto sulle gare virtuali?
Per me è una cosa simpatica per fare passare il tempo e per far parlare di ciclismo, delle squadre e delle corse. Non puoi prenderla seriamente, perché andrebbero fatti tutto con lo stesso ruolo. C’è tanta differenza in base al modello, le impostazioni e la cartina, soltanto per il Giro d’Italia virtuale. Su Zwift è un’altra cosa, ma l’importante è che si sia parlato un po’ di ciclismo visto che in questi mesi non se ne è parlato, se non di virus o di squadre in difficoltà. Era importante riprendere in mano la situazione, io le ho trovate divertenti però bisogna prenderla come tali e non sul personale. Non bisogna pensare di voler far bene o di puntare alla vittoria di tappa.
Che tipo di ciclismo ti immagini alla ripresa?
Sicuramente l’idea delle porte chiuse va presa in considerazione. Anche se ci sono questi due mesi per allenarsi e c’è tutto il tempo necessario, c’è il rischio che si possa sentire sul fisico. Abbiamo fatto rulli e non è stata una grande idea, perché bene o male, almeno dal mio punto di vista, si sentiva il cambiamento. Quando scendevo dal rullo si sente un mal di muscoli quotidiani. Si spera che questa cosa non incida sul finale di stagione, per quando riprenderanno le corse. Spero si riparta ed è importante che lo si faccia dall’Italia, dove è iniziato tutto. Siamo stati colpiti fortemente e il primo paese ad annullare le gare, lo scenario non è stato bello.
Hai dato un’occhiata al calendario? Che ne pensi?
Purtroppo se volevano salvare tutte le corse più importanti, dai Grandi Giri alle Monumento a tutte le classiche, qualcuno doveva rimetterci. In tre mesi è impossibile recuperare tutte le corse perse prima. Mi dispiace un po’ perché se uno punta le classiche e voleva fare il Giro d’Italia, non può farlo. Bisognerà fare delle belle scelte, i team si metteranno al lavoro per definire il miglior calendario per noi singoli.
Cambieranno giocoforza anche i tuoi programmi?
Sì, perché se voglio far bene nelle Classiche dovrò sicuramente saltare il Giro d’Italia, che invece era nei miei programmi iniziali.
Milano-Sanremo, Tour de France e Classiche è uno snodo percorribile?
Sì, però bisogna vedere prima di tutto come starò fisicamente. Ci sarà da vedere se faremo ritiri in altura singolarmente o con tre-quattro corridori per gruppo e c’è tempo per arrivare in forma. Se mi dicessero di scegliere tra Giro e Classiche, mi metterebbero in difficoltà. Sicuramente voglio ben figurare nelle Classiche, però bisogna vedere tanti fattori.
Si possono programmare due picchi di forma in poco tempo, tra Sanremo e Classiche, o si fa tutta una tirata?
Tutta una tirata di tre mesi, sicuro. Non puoi permetterti di programmare due picchi di condizione in un mese e mezzo o due. Sarà così per tutti, anche se magari qualcuno può pensare di fare il Tour de France per preparare la gamba. Bisogna mettersi in testa che saranno tre mesi intensi e lunghi, si correrà giorno e notte per recuperare la maggior parte delle corse.
Quanto cambierà la preparazione rispetto a quella che sei abituato a fare generalmente in inverno?
Adesso bene o male hai tenuto il fisico in allenamento tra i rulli e palestra a casa. Non sei stato completamente fermo, anche se da una parte fare due o tre ore sui rulli non è la stessa cosa che uscire in strada. Il tono muscolare è mantenuto, adesso bisognerà fare 15-20 giorni di adattamento per perdere quel chiletto messo su. Sarà utile godersi queste due o tre settimane all’aria aperta, per prendere di nuovo le sensazioni. Lunedì quando sono uscito dal cancello di casa sembravo spaesato, mi sentivo strano sulla bicicletta nell’alzarmi sui pedali. Avevo quasi la sensazione di cadere.
Da quando sei professionista tra settembre e ottobre hai sempre vinto almeno una corsa
Vado sempre forte a fine stagione, anche perché arrivi dai Grandi Giri e sei fai il Tour de France, come mi è successo negli ultimi anni, riesci ad arrivare di rendita fino al termine dell’anno se sai gestirti bene. Ho sempre fatto riposo e un ritiro in altura per tirare dritto fino a fine stagione, ma sicuramente quest’anno sarà diverso. Dovrò prepararmi simulando delle gare in allenamento, fare 5-6 giorni di simulaizone di una corsa a tappe.
Sono stati rinviati anche gli Europei in Trentino che potevano essere un tuo obiettivo
Quelli in Italia sì, era sicuramente un percorso adatto a me. Pazienza, aspetteremo il prossimo anno. Speriamo però che già quest’anno riescano a inserire l’appuntamento in calendario, anche disputandolo da un’altra parte.
Se potessi scegliere senza interferenze, la priorità andrebbe senza dubbio alle Classiche?
Sì, sicuramente alle Classiche. Per il Tour de France sarà diverso rispetto agli anni scorsi, perché la squadra punta veramente a far bene con Mikel Landa e bisognerà costruire una squadra tutta per lui e Wout Poels. Vediamo quello che deciderà la squadra.
Puoi prendere in considerazione l’ipotesi di non correre nessuno dei tre Grandi Giri?
Sì, c’è da contemplare anche questa opzione.
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